Un libro pieno di sogni:Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D’Avena

clic

La mia vita è come il latte:

è così bianca che quando ci cade una goccia di sangue si nota solo quella..

La trama e le recensioni di "Bianca come il latte, rossa come il sangue", romanzo di Alessandro D’Avenia edito da Mondadori. Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno.
Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l’assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l’ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.


Bianca come il latte, rossa come il sangue non è solo un romanzo di formazione, non è solo il racconto di un anno di scuola, è un testo coraggioso che, attraverso il monologo di Leo – ora scanzonato e brillante, ora più intimo e tormentato -, racconta cosa succede nel momento in cui nella vita di un adolescente fanno irruzione la sofferenza e lo sgomento, e il mondo degli adulti sembra non aver nulla da dire.
Contando su un recupero moderno e vitale della grande tradizione classica, il D’Avenia romanziere esordiente si allea con il giovane professore di liceo, questa la professione dell’autore, per offrire con energia al lettore più e meno giovane qualche risposta che, come ogni risposta vera, non aspira a essere definitiva, ma neppure esitante e rassegnata.

Alessandro D’Avenia, trentadue anni, laureato e dottorato in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Questo è il suo primo romanzo. 

Alessandro D’Avenia nato a Palermo 32 anni fa in una famiglia numerosa, ben 7 fratelli e sorelle , laureato in Lettere classiche , biennio di specializzazione per l’abilitazione all’insegnamento alla scuola superiore, poi supplenza al liceo romano DANTE e successivamente trasferitosi a Milano ove è residente, è divenuto insegnante di ruolo e contemporaneamente ha frequentato il corso di sceneggiatura all’università Cattolica.
Questo è il suo romanzo di esordio e già viene paragonato a Paolo Giordano ( La solitudine dei numeri primi), e Federico Moccia e sembra sia già candidato a vari premi letterari.
Alcuni affermano che la copertina del romanzo di D’Avenia sia sullo stesso stile del romanzo di Paolo Giordano: io penso che sia un forzatura mentre ritengo che i due autori siano accomunati da una grande sensibilità per i problemi degli adolescenti e credo anche che ciò sia del tutto naturale essendo entrambi due giovani professori.
Concludendo dovrebbe trattarsi del “caso letterario” del momento

Delicatamente, ma anche per caso, si è intrufolato nella loro quotidianità. Rubando loro solo un’ora. Ma rendendosi comprensivo e partecipe. Con le sue storie, con la sua sensibilità.
“Bianca come il latte, Rossa come il sangue”rappresenta i due colori della vita di Leo. Imparerà a conoscerli così profondamente bene fino a quando le due parole si uniranno a dare come risultato un termine terribile perché incomprensibile agli occhi di un giovane: la leucemia.
Leo, attraverso un percorso fatto di dolore darà un nuovo significato ai due colori. Il bianco non sarà più il vuoto, il nulla, l’assenza. Diventerà il colore della purezza, della pulizia, dell’innocenza, della nascita. Il rosso non sarà solo l’amore. Diventerà il colore del movimento, dell’attività e del coraggio. Il coraggio della crescita. Attraverso la realizzazione dei suoi sogni. Evitando, una volta realizzati, di vederli come spesso accade agli adulti, pieni di difetti. Evitando così di ricominciare, ma andando avanti per la sua strada.

recensioni e immagini dal web

Pubblicato in Libri | 3 commenti

Non perdere mai la speranza…

Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi Sogni,
perché c’e’ un’unica creatura che può fermarti,
e quella creatura sei tu.
Non smettere mai di credere in te stessa e nei tuoi 
sogni.
Non smettere mai di cercare,
tu realizzerai sempre ogni cosa ti metterai in testa.

L’unico responsabile del tuo successo
o del tuo fallimento sei tu, ricordalo…
ogni pensiero o idea pronunciata a voce alta viaggia nel vento,
la voce corre nell’aria, cambiandone il corso.
Se sei brava da udire abbastanza,
tu potrai ascoltare l’eco di saggezze
e conoscenze lontane nel tempo e nello 
spazio.
Tutto il sapere del mondo e’ a disposizione di chiunque sia disposto
a credere e a voler ascoltare.

La libertà e’ una scelta che soltanto tu puoi fare:
tu sei legata soltanto dalle catene delle tue paure.
Non e’ mai una vera tragedia provare e fallire,
perché prima o poi si impara, la tragedia e’
non provarci nemmeno per paura di fallire.

Mentre noi possiamo orientare
le nostre mosse verso un obiettivo comune,
ognuno di noi deve trovare la sua strada,
perché le risposte non possono essere trovate
seguendo le orme di un’altra persona….
Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te,
immagina ciò che puoi raggiungere
quando sei tu a credere in te stessa.

Peter O’Connor, da “Ali sull’oceano”

Pubblicato in Riflessioni | Lascia un commento

Già la pioggia è con noi di Salvatore Quasimodo

Già la pioggia è con noi

Già la pioggia è con noi, 
scuote l’aria silenziosa. 
Le rondini sfiorano le acque spente 
presso i laghetti lombardi, 
volano come gabbiani sui piccoli pesci; 
il fieno odora oltre i recinti degli orti. 
Ancora un anno è bruciato,senza un lamento, 
senza un grido 
levato a vincere d’improvviso un giorno.

Salvatore Quasimodo

 

Buon giovedì con la pioggia…

da

Sofia

Pubblicato in poesie | Lascia un commento

Duisburg: La Tragedia alla LoveParade

Perchè?

DUISBURG (GERMANIA) – La povera Giulia Minola era solo una delle tante ragazze e dei ragazzi italiani presenti sabato allaLove Parade di Duisburg. Il giorno dopo la tragedia, i giovani italiani che hanno invaso la città nel cuore della Ruhr appaiono affranti e sconvolti e s’interrogano su quello che è accaduto: “E’ da irresponsabili organizzare una festa del genere mettendo tutte quelle transenne e imponendo un unico ingresso – sbotta Riccardo, trentunenne napoletano, alla sua seconda consecutiva “festa dell’amore” –. Nel 2008 a Dortmund la polizia supervisionava da lontano gli ingressi (ce n’erano almeno una decina), ma non eseguiva controlli e perquisizioni com’è avvenuto quest’anno. Hanno davvero peccato di superficialità".

ATTIMI DI PANICO – Secondo Giada, studentessa ventitreenne dell’università “La Sapienza” di Roma, già dall’inizio della giornata si capiva che qualcosa poteva andare storto: “Siamo arrivati all’evento verso le due del pomeriggio. Decine di migliaia di persone si dirigevano verso il tunnel. Si camminava molto lentamente e ci sentivamo schiacciati dalla folla. Dopo aver superato tunnel alcuni ragazzi, stanchi di seguire una fila infinita e soffocati dalla ressa, hanno buttato giù delle transenne e sono saliti su una rampa per aggirare la calca e raggiungere dall’esterno l’arena. In quel momento anch’io ho vissuto attimi di panico”.

L’OPPORTUNITA’ D’INTERROMPERE LA MUSICA – Diversi connazionali si dichiarano sconcertati perché l’organizzazione non ha ritenuto giusto informare i partecipanti di ciò che era accaduto all’ingresso. Si è continuato a ballare come se nulla fosse: “Ci hanno tenuto all’oscuro di tutto – conferma la ventiquattrenne Laura Smurro – Per ore, hanno pompato musica da brivido e noi abbiamo continuato a festeggiare e a ballare. Poi a un certo punto mi chiamano i miei genitori. Sono preoccupati e mi raccontano cosa è successo. Resto davvero senza parole. Avrei preferito che la festa fosse interrotta”. Di diverso avviso Claudia, trentacinquenne napoletana, veterana della Love Parade: “La festa non poteva essere interrotta. Se fosse accaduto, la polizia, oltre a gestire il dramma dei morti e dei feriti, avrebbe dovuto organizzare l’improvvisa uscita dall’arena di oltre un milione di persone. Si poteva verificare una seconda tragedia”.

ALL’AEROPORTO I REDUCI DELLA FESTA – Nel piccolo aeroporto di Weeze, scalo che si trova a circa un’ora da Duisburg, le facce stanche e abbattute dei reduci della Love Parade si riconoscono da lontano: Paolo, giovane milanese che guida un gruppo di sette amici, commenta amaramente: “Quello che è certo è che non vedremo mai più una festa del genere. Sicuramente qualcuno darà la colpa alla droga o ai fiumi di alcol che giravano all’interno dell’ex scalo merci dismesso. Ma la verità è che tutto poteva essere evitato con un po’ più di organizzazione”. Anche Martin dichiara che non bisogna travisare il senso della festa: “La Love Parade è profondamente cambiata. Se vent’anni fa era un evento che interessava solo agli amanti della musica tecno, oggi è diventato una festa popolare e continentale. Durante l’ingresso e poi, più tardi, all’interno dell’arena ho visto tante famiglie con figli. Addirittura c’era una donna incinta con un passeggino. Ero felice di ballare e di stare assieme a migliaia di tedeschi e di europei che si divertivano assieme, senzabarriere e divisioni. Mai avrei immaginato che di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno".

Francesco Tortora

da

corriere.it

 

Love Parade
«Non si farà mai più». Aperta inchiesta

 

 

Pubblicato in cronaca | Lascia un commento

Mino D’Amato: L’uomo della televisione

clic

E’ morto Mino D’Amato, 72 anni, giornalista tv. Aveva cominciato a lavorare in Rai nel 1968 ed era diventato subito inviato di guerra: Vietnam, Cambogia, Afghanistan. Proprio in Afghanistan riuscì a realizzare, per primo nella storia, una diretta via satellite dalle trincee. E’ passata alla storia della televisione la sua camminata sui carboni ardenti durante una puntata di Domenica In dell’edizione 1985-86. 

Una edizione davvero speciale, quella, dove insieme a D’Amato c’erano anche il Trio Soenghi, Marchesini, Lopez, Elisabetta Gardini e Gina Lollobrigida. Mino D’Amato è sempre stato un giornalista avventuroso, coraggioso e dirompente. Fu ideatore e conduttore del programma Alla ricerca dell’Arca, la scienza in formato famiglia. Aveva poi lavorato con Rete 4, Montecarlo per poi tornare in Rai.

E’ stato uno dei primi giornalisti a portare in televisione l’argomento drammatico dell’Aids, in special modo dedicandosi ai bambini orfani malati di Aids della Romania, attivandosi con adozioni e iniziative di vario tipo. Nel 2000 era sceso in politica, politica prima con Alleanza Nazionale e poi con Forza Italia, fino alla creazione di una Lista in sostegno di Rutelli. Da qualche tempo era malato di tumore.

addio all’uomo della televisone….

Pubblicato in Personaggi Famosi | Lascia un commento

La dignità e il coraggio di Eleonora Moro

La dignità e il coraggo

clic

di

Eleonora Moro

Eleonora Moro

Scompare a 95 anni la vedova dell’ex statista democristiano. Per 32 anni tra ricordi e recriminazioni contro ex amici. Condannò senza appello Stato e Dc

"Sulla vita e sulla morte di Aldo Moro giudicherà la storia". Fu lei, Eleonora Moro a chiudere la vicenda terrena di suo marito, nel maggio del 1978, con queste poche parole e tre gesti per l’epoca dirompenti: no a funerali di Stato, no a medaglie e no a lutto di Stato. Nulla che venisse dal potere politico era, dopo la morte del Presidente della Dc, accettabile o credibile per la sua famiglia. Anche il funerale in forma strettamente privata fu qualcosa di simile a un "rapimento", che si concluse a Torrita Tiberina. Un funerale in forma strettamente privata, quasi schiva, lontano da telecamere e "certe facce". No alla Dc, no allo Stato, no alle verità di comodo, e sì alla ricerca di quelle ancora oggi inconfessabili sulla vicenda del rapimento di Moro e della uccisioni dei cinque fedelissimi della scorta.

(di Paolo Cucchiarelli) 

da

Ansa.it

Mia dolcissima Noretta.

C’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il piccolo non nato Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.
Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo

Un passaggio di una lettera scritta da Aldo Moro alla moglieEleonora Chiavarelli, dalle “Lettere di Aldo Moro dalla ‘Prigione del Popolo’”

Ti abbraccio forte, Noretta mia, morirei felice se avessi il segno della vostra presenza, sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla”.

Pubblicato in Personaggi Famosi | Lascia un commento

La dinastia dei Tudor scritta da Philippa Gregory

 

La dinastia dei Tudor scritta

da

 

Philippa Gregory

Philippa Gregory (Kenya, 9 gennaio 1954) è una scrittrice britannica, famosa soprattutto per i suoi romanzi storici.

Nata in Kenya, all’età di due anni si trasferì con la famiglia in Inghilterra. A scuola, era una ribelle, ma decise infine di frequentare l’università, e terminò gli studi all’Università del Sussex. Lavorò poi due anni alla radio della BBC, prima di iscriversi all’Università di Edimburgo, dove ha conseguito un dottorato sulla letteratura del XVIII secolo. Si è poi dedicata all’insegnamento, all’Università di Durham, di Teesside e alla Open University.

I suoi studi e il suo background accademico le hanno dato una vasta conoscenza di vari periodi storici, ma in particolare di quello della dinastia dei Tudor e del XVI secolo, tema centrale dei suoi romanzi più famosi. Il libro più famoso è senza dubbio L’altra donna del re, pubblicato nel 2002, da cui sono stati tratti uno sceneggiato televisivo per la BBC in due puntate con Natascha McElhone, Jodhi May e Jodhi May e un film per il cinema interpretato da Eric Bana, Scarlett Johansson, Natalie Portman e Kristin Scott Thomas.

Saga dei Tudor

  1. L’altra donna del re, (2001)
  2. Maria Bolena, la sorella più piccola e meno famosa della sfortunata Anna, racconta quindici anni della sua vita alla corte di Enrico VIII d’Inghilterra. Moglie a dodici anni, a quattordici diventa l’amante del re, sposato alla cattolica Caterina d’Aragona, e gli dà subito due figli, una femmina e un maschio. Intanto, dietro le quinte, ci sono gli intrighi di palazzo e i giochi senza scrupoli del padre, del fratello George che costringeranno Maria a mettersi da parte e cedere ad Anna il posto nel cuore del re. E per la Storia sarà solo la secondogenita, l’altra Bolena.
  3. Il giullare della regina (2003)
  4. Anno del Signore 1553. Alla corte d’Inghilterra, splendido e feroce teatro della rivalità tra le figlie di Enrico VIII, Maria Stuarda ed Elisabetta I, giunge un insolito giullare: Hannah Green, giovane ragazza ebrea, sotto abiti maschili, in fuga dagli artigli dell’inquisizione insieme al padre stampatore. Il raro dono della chiaroveggenza le varrà fiducia e protezione presso lady Maria, ma anche ostilità e sospetto, per le scomode verità che è chiamata a rivelare. Promessa sposa a Daniel Carpenter e costretta dall’affascinante e traditore Robert Dudley, per il quale nutre una bruciante passione, a spiare la cattolicissima erede al trono, scoprirà una donna di fede che intende riportare il popolo alla sua religione. Ma l’astuta e calcolatrice Elisabetta tesse nell’ombra la sua mortale ragnatela… Sullo sfondo tumultuoso della guerra civile, e dietro le fredde grate della Torre di Londra, l’autrice tratteggia una straordinaria figura femminile, divisa fra l’amore e i doveri famigliari, fra l’affermazione della propria libertà e la schiavitù in cui la voleva un’epoca già troppo antica per lei.
  5. L’amante della regina vergine (2004)
  6. L’ardente storia d’amore fra Elisabetta I della dinastia Tudor e il suo favorito Robert Dudler rivive in queste pagine dense di fascino e suggestione, che intrecciano verità storica e verità del cuore. Il 1558, anno in cui la Regina Vergine, come Elisabetta amava definirsi, sale al trono, dopo una giovinezza trascorsa all’ombra della sorellastra Maria la Sanguinaria, rappresenta un periodo oscuro per l’Inghilterra: lo stato è in bancarotta e i francesi minacciano d’invadere la Scozia. È un momento terribile anche per Amy, la moglie devota di Dudley, che sa benissimo quanto il marito sia invaghito della sovrana… e del suo potere. Secondo il fidato consigliere William Cecil la salvezza del regno dipenderebbe da un buon matrimonio…
  7. Caterina, la prima moglie (2005)
  8. Caterina d’Aragona è l’Infanta di Spagna, i suoi genitori sono i potenti Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, sovrani e crociati. A tre anni viene promessa al principe Arturo, figlio ed erede di Enrico VII d’Inghilterra, ed educata per diventare principessa del Galles. Lei sa che il suo destino è quello di reggere quel lontano, umido e freddo Paese. La sua certezza tuttavia vacilla quando, giunta nella nuova terra, è accolta dal futuro suocero con un grave insulto. Arturo sembra poco più di un ragazzo, il cibo è strano e gli usi e costumi sono rozzi in confronto alle raffinatezze della Spagna. Piano piano, però, Caterina si adatta alla prima corte Tudor e la vita al fianco di Arturo si fa più sopportabile. Anzi, inaspettatamente, da questo matrimonio combinato sboccia un amore tenero e pieno di passione. Quando il principe muore, Caterina deve ridisegnare il proprio futuro: come può ora diventare regina e fondare una dinastia? Solo sposando il giovanissimo fratello di Arturo, il solare ma viziato Enrico. La famiglia reale inglese è contraria a queste nozze, tanto più che Enrico VII si è invaghito di lei. Caterina però è la degna figlia di Isabella e il suo spirito battagliero è indomito. Per quanto sola e osteggiata, farà di tutto per raggiungere il proprio scopo: anche se ciò significherà pronunciare la menzogna più grande di tutte e restarvi fedele a qualsiasi prezzo.
  9. L’eredità della regina (2006)
  10. Fra intrighi, matrimoni e adulteri, tre giovani donne si muovono sull’orlo del baratro. Anna di Cleves, che rappresenta un’alleanza contro la Francia e la Spagna, è la quarta moglie del volubile re d’Inghilterra Enrico VIII ma non riesce a sedurre il marito ed è destinata a un rapido divorzio. La sensuale Caterina Howard, quattordicenne dama di compagnia della nuova regina, è capace di conquistare il cuore del re ma non di rinunciare al proprio amante e pagherà per questo un prezzo troppo alto. Jane Bolena infine, diabolica e gelosa, pur di ottenere ciò che vuole dalla corona ha mandato a morte il marito George e la cognata Anna Bolena. La voce di queste tre donne racconta la sanguinaria epoca che le ha viste protagoniste, profondamente diverse tra loro e tutte alla ricerca dell’eredità della regna.
  11. L’altra regina(2010)
  12. È il 1568. Maria, regina cattolica di Scozia ed erede legittima al trono d’Inghilterra, in fuga dai tumulti della sua patria cerca aiuto in Elisabetta I. Ma la cugina si affretta a confinarla nelle proprietà del conte di Shrewsbury, George Talbot, e della moglie Bess. Nobile di nascita integerrimo e fedelissimo alla Corona, lui; abile affarista che si è fatta da sola, lei. La coppia accoglie la sfortunata sovrana, certa che questa permanenza porterà solo vantaggi all’interno della ristretta cerchia dei Tudor. Ben presto, però, i Talbot scoprono con orrore che la loro dimora è diventata l’epicentro di intrighi e tresche d’ogni tipo. Maria – tenuta in esilio lontana da corte – ripudia mariti e si procaccia fidanzati potenti semplicemente per riconquistare la libertà oppure mira ad appropriarsi del trono? E l’inflessibile Regina Vergine agisce per difesa o ha ordito freddamente un piano per liberarsi di una pericolosa rivale? Mentre il Paese è scosso da rivolte e insurrezioni, e vive sotto la minaccia di attacchi nemici, i due "custodi", incatenati alla scomoda ospite, vedono sgretolarsi il loro patrimonio insieme con la reputazione e la felicità matrimoniale. Bess diventa la spia segreta del potentissimo consigliere di Elisabetta, mentre il marito è un burattino nelle mani dell’incantevole scozzese. Quando la disperata ammirazione di George per l’avvenente Maria non può più essere negata, viene messa in dubbio anche la lealtà dei Talbot alla regina. E tutto precipita.
  13. Una grande autrice che narra la storia in forma di romanzo da leggere!

Pubblicato in Libri | Lascia un commento

Tabitha King

 

Tabitha King

Nata a Old Town (Maine) il 24 marzo del 1949, Tabitha Jane-Frances Spruce è una scrittrice americana di successo.

Figlia di Raymond George e Sarah Jane White Spruce, Tabitha ha sette fratelli. Ha frequentato dapprima la scuola “St.Mary’s Grammar” di Old Town, successivamente la “John Bapst Memorial” di Bangor fino al 1967 e infine l’Università del Maine a Orono. Ha incontrato il suo attuale marito, il noto scrittore Stephen King, quando entrambi erano al college. Hanno deciso di sposarsi il 2 gennaio del 1971, dopo la nascita della loro primogenita Naomi Rachel. Nel 1972 nacque il loro secondo figlio Joseph Hillstrom e nel 1977 il terzo, Owen Phillip.

Oltre ad essere una famosa scrittrice,Tabitha King è anche attiva socialmente ed è membro di numerosi comitati impegnati in iniziative umanitarie.

“McDowell … stava completando questo romanzo, leggermente soprannaturale, quando morì nel 1999. Tabitha King lo ha ultimato splendidamente imprimendogli tono, aura e sapore, ottenendo un romanzo divertente e intrigante, magneticamente leggibile.” [Booklist]

Read

Michael McDowell, che è stato uno scrittore di magistrali romanzi horror nella più genuina tradizione gotica (tra cui la serie di Blackwater che viene rappresenta come un vero e proprio classico del genere), si è spento nel 1999 lasciando un manoscritto incompiuto che avrebbe dovuto essere il suo ultimo romanzo. Tabitha King, moglie diStephen King, autrice di una serie di romanzi di successo, ha completato l’opera iniziata da McDowell riuscendo così a dare vita a ‘Come candele che bruciano’ (Candles Burning) che la casa editrice Sperling & Kupfer ha pubblicato il  30 marzo 2010.

Il risultato, nato dall’unione di queste due grandi firme, è un romanzo intriso di tradizione gotica e tratti strategici di orrore, intessuti a fondamento basilare della trama, che riveste momenti trepidanti di prim’ordine, trasportando il lettore in un tempo e in un luogo che non esistono più, mentre i denti ballano nella follia delle ombre appena intraviste tra le pagine.

‘Come candele che bruciano’ ricorda un po’ i lavori di Peter Straub, ma la caratterizzazione voluta da Tabitha King lo differenzia essenzialmente per l’inserimento di temi come ‘il senso di colpa, l’innocenza e la corruzione‘, senza comunque fare a meno dell’horror e del soprannaturale nelle voci dei vivi e dei morti. Un romanzo che si muove ad un ritmo ipnotico, come una biscia d’acqua che avvistata la preda (leggi: il lettore) si avvicina sinuosamente per agguantarla.

da

vhttp://www.librinews.com/

Calliope "Calley" Dakin è la prediletta di papà, tanto da esasperare sua madre, Roberta Ann, appartenente alla antica – e prestigiosa – famiglia Carroll. Benché abbia sposato Joe Cane Dakin, e benché lui possieda una florida catena di concessionarie di automobili, Roberta Ann non gli permette mai di dimenticare le sue umili origini. Ma è Calley a subire maggiormente il disprezzo della madre, perché è in tutto e per tutto una Dakin di ceto inferiore. Sente inoltre cose che forse una bimba non dovrebbe sentire, e sa cose che una bimba non dovrebbe sapere…
Calley ha solo sette anni quando l’adorato padre viene torturato, ucciso e squartato da due donne, senz’alcun motivo apparente. Lei e la madre si ritrovano coinvolte in eventi inspiegabili in seguito ai quali rimangono confinate a Pensacola Beach, dove – in una casa che è la copia esatta di quella della defunta bisnonna di Calley – un’altra donna le aspetta al varco. Una donna che sa chi è Calley, e cerca di controllarla. Perché la piccola ha un potere, e qualcuno vuole usarlo. Qualcuno che ha commesso l’errore di eliminare il suo papà, senza capire che l’amore di questa bambina speciale per lui non può essere distrutto dalla semplice morte. Né quello di suo padre per lei.
Dalla penna di Michael McDowell e Tabitha King, un’opera che si snoda in modo ipnotico come le spire di un serpente d’acqua; una storia di fantasmi e di creature che strisciano nell’oscurità, intrigante e magnetica, nella miglior tradizione del romanzo gotico.

L’amore è come una candela.Come una candela che brucia.Un giorno morirete ed appena lasciato il corpo vi accorgerete dicome andava vissuta questa vita: come una candela che brucia.Osservate la candela. Come resiste al vento con le sue deboli forze.Continua a bruciare senza risparmio, fino in fondo,senza chiedersi per chi o perché.Ricordatevi questo. La fiamma del cuore va tenuta accesa,senza scopo specifico, senza scadenza di tempo.Lasciate il vostro cuore acceso sempre.Questo è il fuoco che brucerà continuamenteperché l’uomo abbia un futuro : è il cuore.Così vive il cuore : questa è la sua dignità.Il suo essere cuore è bruciare, scaldare, illuminare.Ricordatelo anche nei momenti difficili.Costi quel che costi val sempre la pena di scaldare ed illuminare. Tratto dal libro:  “ASCOLTA IL CUORE” di Ferro Ledvinka

Un libro che ho letto tutto d’un fiato…

Pubblicato in Personaggi Famosi | Lascia un commento

Addio Lelio….

Lelio Luttazzi (Trieste, 27 aprile 1923  Trieste, 8 luglio 2010) è stato un musicista, compositore, cantante, direttore d’orchestra, attore e presentatore televisivo italiano.

clic

È morto Lelio Luttazzi

Il compositore è scomparso a 87 anni a Trieste. Soffriva da tempo di una neuropatia

 Lelio Luttazzi era nato a Trieste (la «sua» Trieste) il 27 aprile del 1923: aveva compiuto 87 anni. È stato uno dei personaggi di maggior successo della canzone italiana degli anni ’50 e ’60 ma soprattutto un protagonista della televisione, dell’epoca d’oro di Studio Uno, della radio e del cinema. Tra i primi ad inserire nella canzone italiana le strutture del jazz, un modo di comporre "swingato" che ha il suo primo esempio in «Muleta mia», una canzone scritta per Teddy Reno. Ma, rimanendo nell’ambito musicale, i titoli delle composizioni di Luttazzi comprendono «Una zebra a pois», cantata da Mina, «Il giovanotto matto», il classico di Ernesto Bonino, «Il favoloso Gershwin», «Promesse di marinaio» fino a quella che rimane la sua interpretazione più famosa e nostalgica, «El can de Trieste». 

da corriere.it

Lelio Luttazzi con Arisa a San Remo

Addio Lelio…..

Pubblicato in Personaggi Famosi | Lascia un commento

Poesie sull’Estate

Poesie Sull’ Estate

Buona Estate….

CLIC

Estate

Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e 
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi, 
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.

La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo, 
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli, 
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro, 
inesorabile avvertimento delle falci in azione. 

H. Hesse

Notte d’Estate

E’ una bella notte d’estate.
Tengono le alte case
aperti i balconi
del vecchio paese sulla vasta piazza.
Nell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi ed acacie
simmetrici disegnano
le nere ombre sulla bianca arena. 
Allo zenit la luna, e sulla torre
la sfera dell’orologio illuminata.
Io in questo vecchio paese vo passeggiando
solo, come un fantasma.

A Machado 

L’Estate Sui Campi

Splende a distesa il giorno
rosato alla pianura,
la tremula calura
richiama a lungo intorno
dall’alto il visibilio
dei passeri nel sole.
…Il grano trema e nere
si schiudono farfalle
all’afa azzurra; d’oro,
riversa a quel ristoro
di luce, nelle gialle
stoppie bisbiglia l’aria…
…Così morbido e solo
scorre sul fiume il verde 
silenzio che alle valli
odoroso si perde.
Restano i campi gialli,
monotona campagna
dei grilli e della sera…

 

Alfonso Gatto 

Sera d’Estate

E’ sera.
Tace il lamento
del cuculo
nel bosco.
Piegano il capo
il frumento
e il papavero rosso.
Nereggia il temporale
sopra la collina.
L’antico canto
del grillo
si spegne
nel campo

Georg Trakl

 

Notte d’Estate

L’acqua della fonte
suona il suo tamburo
d’argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela 
immensa
fa della luna
una stella.

F.Garcia Lorca

 

D’Estate

Le cavallette sole
sorridono in mezzo alla gramigna gialla.
I moscerini danzano al sole
trema uno stelo sotto una farfalla.

G.Pascoli

 

Estate

Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco.
E a sera 
salgono mille stelle fresche
verso il cielo cupo.
Son lucciole vagabonde.
crepita senza bruciare
la notte dell’estate.
 

P.Neruda

BY SOFIA

Pubblicato in poesie | 1 commento